mercoledì 5 settembre 2012

Diritto al gioco


E' importante, nei primi anni di vita del bambino, proporre giochi adatti all'età, ma soprattutto è di fondamentale importanza, attraverso questi giochi,  dare gli stimoli giusti e specifici a seconda della fase evolutiva del bambino. Lo stimolo sbagliato dato al momento sbagliato significa disorientare il bambino e creare dei gravi danni. Attraverso il gioco il bambino vive delle esperienze significative che gli permettono di sviluppare, oltre l’ambito cognitivo, anche quello sociale, emozionale, relazionale. Il gioco coinvolge il bambino in ogni sua parte rendendolo autonomo, creativo e riflessivo.
Il gioco viene considerato esperienza fondamentale per ciascun bambino, in quanto fonte di scoperte ed emozioni, alla base del percorso di conoscenza e di crescita di ciascuno. A seconda dell’età, il bambino nel giocare impara ad essere creativo, sperimenta  le sue capacità cognitive, scopre se stesso, esprime i propri stati d’animo,  entra  in  relazione  con  i  suoi  coetanei.Il gioco svolge una funzione strutturante dell’intera personalità, per questo nessun bambino ne dovrebbe  essere  privato. Il gioco è una cosa seria.
“Il gioco è una delle migliori forme di apprendimento, dunque … giocando s’ impara !”  (J. Piaget)


I bambini non solo hanno il diritto di giocare, ma gli Stati devono anche “offrire opportunità uguali e adeguate per le attività culturali, artistiche, ricreative  e  di  svago”.












“Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed al tempo libero, di dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e di partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica.”
Dalla Convenzione Internazionale “I diritti dell’Infanzia” – T.U. ONU art.31, comma 1

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