giovedì 23 agosto 2012

Lo sviluppo mentale secondo Piaget

Jean Piaget
Il pensiero di J.Piaget rimane un punto fermo per la comprensione dello sviluppo mentale del bambino, argomento a cui l’Autore ha dedicato decenni di ricerca. Il pensiero del bambino, presenta modalità e processi profondamente diversi da quelli dell’adulto che si sviluppano nel tempo, seguendo tappe abbastanza costanti, per giungere alla complessità del pensiero operatorio  formale.Il bambino fin dalla nascita, è fondamentalmente un “esploratore”, un soggetto attivo di ricerca che si rapporta con l’ambiente sulla base di due processi: l’assimilazione e l’accomodamento. 
L’assimilazione è il processo mediante il quale le nuove esperienze e le nuove informazioni 
vengono assorbite e poi elaborate in modo da adattarsi alle strutture già esistenti.  
L’accomodamento è il processo fondamentale che comporta la modificazione delle idee o delle strategie, a seguito delle nuove esperienze. Nei suoi studi sull'età evolutiva Piaget notò che vi erano momenti dello sviluppo nei quali prevaleva l'assimilazione, momenti nei quali prevaleva l'accomodamento e momenti di relativo equilibrio. Ancor più, individuò delle differenze sostanziali nel modo con il quale, nelle sue diverse età, l'individuo si accosta alla realtà esterna e ai problemi di adattamento che essa pone. Sviluppò così una distinzione degli stadi dello sviluppo cognitivo individuando 4 periodi fondamentali dello stesso, comuni a tutti gli individui e che si susseguono sempre nello stesso ordine:
  •  Stadio senso-motorio (0-2 anni) 
  •  Stadio pre-operatorio (2-6 anni)                   
  •  Stadio operatorio concreto (6-12 anni)    
  •  Stadio operatorio formale (da 12 anni in poi)
Gli stadi che ci interessano maggiormente, per la fascia d'eta dei bambini, sono i primi due. Attraverso una breve presentazione di questi, possiamo capire meglio quali processi mentali caratterizzano il bambino durante il gioco euristico (senso-motorio) o simbolico.  
Stadio senso motorio
Dalla nascita ai 2 anni circa. Come suggerisce il nome, il bambino utilizza i sensi e le abilità motorie per esplorare e relazionarsi con ciò che lo circonda, evolvendo gradualmente dal sottostadio dei meri riflessi e dell'egocentrismo radicale (l'ambiente esterno e il proprio corpo non sono compresi come entità diverse) a quello dell'inizio della rappresentazione dell'oggetto e della simbolizzazione, passando attraverso periodi intermedi di utilizzazione di schemi di azione via via più complessi.
Stadio pre-operatorio
Dai 2 ai 6-7 anni. In questo stadio il bambino è in grado di usare i simboli, di fondamentale importanza è lo sviluppo del linguaggio. Un esempio è il gioco creativo nel quale il bimbo usa, per esempio, una scatola per rappresentare un tavolo, dei pezzetti di carta per rappresentare i piatti ecc. Il gioco in questo stadio è appunto caratterizzato dalla decontestualizzazione (il coinvolgimento di altre persone o simulacri), dalla sostituzione di oggetti per rappresentarne altri e dalla crescente integrazione simbolica. Anche l'imitazione differita rivela la capacità di usare i simboli, come pure il linguaggio verbale usato per riferirsi a esperienze passate, anticipazioni sul futuro o persone e oggetti non presenti sul momento.



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